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Fondo Espero, emanata la circolare applicativa di adesione attraverso il silenzio-assenso

Nei link in fondo all’articolo, la circolare e la nostra scheda di dettaglio.

L’11 giugno è stata emanata dal MIM la circolare n.133215 che disciplina le modalità di adesione al Fondo di pensione completamentare Espero.

Come si ricorderà l’ipotesi di accordo specifico, siglato tra Sindacati e ARAN, è stato raggiunto il 31 maggio 2022. La sottoscrizione definitiva è avvenuta il 16 novembre 2023. Successivamente sono intercorse numerose interlocuzioni tra l’Amministrazione scolastica, il Fondo Espero, l’ARAN, il MEF ed il Garante per la protezione dei dati personali per definire le modalità di comunicazione di adesione al Fondo da parte dei lavoratori della scuola nel rispetto della normativa nazionale ed europea. Motivazioni queste che hanno determinato un notevole aggravio dei tempi di lavoro.

Il personale della scuola assunto con contratto a tempo indeterminato, a decorrere dal 1° gennaio 2019, possa aderire al Fondo di previdenza complementare Espero, oltre che con espressa manifestazione di volontà, anche mediante silenzio-assenso. La circolare ministeriale in corso di emanazione indica gli adempimenti cui saranno tenuti i dirigenti scolastici, l’amministrazione scolastica al livello centrale e il Fondo Espero.

La scuola provvederà a:
-Fornire ai lavoratori all’atto della firma del contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato l’informativa, da rendere in forma scritta, sulle modalità di adesione al fondo anche con riferimento a quella realizzato mediante silenzio-assenso;

-Assicurare che l’informativa sia fornita anche al personale già assunto in servizio con decorrenza successiva al 1° gennaio 2019;

-Inserire al SIDI la data di consegna e di presa visione dell’informativa.

L’Amministrazione provvederà a:
-Gestire i dati i flussi di comunicazione dei dati (nome, cognome e codice fiscale del lavoratore) con il Fondo Espero

Il Fondo Espero provvederà a:
-comunicare l’avvenuta adesione al Fondo anche mediante silenzio-assenso;

-fornire la possibilità di recedere, se avvenuta con silenzio-assenso, comunicando le modalità di recesso.

La normativa esplicitata nella circolare riguarda esclusivamente i lavoratori della SCUOLA e quelli AFAM.

La Uil Scuola Rua stigmatizza l’eccessiva lentezza con cui si è sviluppata l’intera fase che si concluderà nei prossimi giorni con l’emanazione della circolare applicativa. Sono stati impiegati poco meno di tre anni per passare dall’intesa all’emanazione delle norme attuative. Un tempo esageratamente lungo che ha rallentato l’attivazione degli strumenti di tutela previdenziale.

Ora occorre porre molta attenzione nel bilanciare i compiti delle scuole, dell’amministrazione e del Fondo Espero. In questo, bisognerà evitare di far gravare sulle scuole troppe incombenze burocratiche che si aggiungerebbero alle molteplici cui sono già tenute.

SCHEDA INFORMATIVA CIRCOLARE

Mobilità Ata 2025-26, elaborazione dei posti vacanti dopo i movimenti

Gli esiti delle domande di mobilità del personale Ata per l’anno scolastico 2025/26, sono stati pubblicati oggi, 3 giugno 2025, come stabilito dall’ordinanza ministeriale.

A seguito della pubblicazione ufficiale dei movimenti del personale ATA per l’anno scolastico 2025/26, abbiamo predisposto la nostra elaborazione dei posti vacanti residui, utile per le prossime operazioni di immissione in ruolo, assegnazioni/utilizzi e per le supplenze annuali.

In allegato i posti disponibili divisi per profilo, regione e provincia.

ASSISTENTI AMMINISTRATIVASSISTENTI TECNICI

COLLABORATORI SCOLASTICIFUNZIONARI EQ

CUOCOGUARDAROBIEREINFERMIERE

OPERATORE SERVIZI AGRARI

Percorsi formativi abilitanti per l’a.a. 2024/25

È pubblicato il bando di ammissione ai percorsi di formazione insegnanti per l’a.a. 2024/25. 
Scadenza: 10 giugno 2025 – ore 12.00


Sono riaperti i termini per la presentazione di domande di ammissione alla selezione di personale docente in servizio nelle istituzioni scolastiche per il conferimento degli incarichi di tutor coordinatore
Scadenza: 3 giugno 2025

Sistema di formazione iniziale e accesso in ruolo a tempo indeterminato della scuola secondaria

Ai sensi della L.n. 79/2022, che ha modificato il D.Lgs. n. 59 del 13.04.2017, il nuovo sistema di formazione iniziale e accesso in ruolo a tempo indeterminato della scuola secondaria prevede:

  • un percorso universitario abilitante di formazione iniziale da non meno di 60 CFU;
  • un concorso pubblico nazionale;
  • un periodo di prova in servizio di durata annuale con test finale e valutazione conclusiva.

Il MUR, con D.M. n. 270 del 19.03.2025, ha autorizzato l’Università di Genova a bandire il concorso di ammissione, per l’a.a. 2024/25, ai percorsi formativi abilitanti ex D.P.C.M. 4 agosto 2023 relativi alle classi per le quali l’Ateneo aveva in precedenza presentato richiesta di accreditamento.

Riguardo all’attivazione dei percorsi per l’a.a. 2024/25 si precisa che:

  • Verranno attivati i percorsi da 60 CFU (allegato 1 del DPCM 4 agosto 2023) inclusa la riserva di legge. La riserva di posti del 45% riguarda le seguenti categorie:
    • coloro che hanno svolto servizio presso le istituzioni scolastiche statali o presso le scuole paritarie per almeno tre anni, anche non continuativi, di cui almeno uno nella specifica classe di concorso per la quale scelgono di conseguire l’abilitazione nei cinque anni precedenti (seguiranno Percorso Abilitante 30 CFU – ALL. 2 del DPCM 4 agosto 2023);
    • coloro che hanno sostenuto la prova concorsuale relativa alla procedura straordinaria di cui all’art. 59, comma 9-bis, del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73 (seguiranno Percorso Abilitante 30 CFU – ALL. 2 del DPCM 4 agosto 2023).
  • Il 5% del 45% è riservato ai titolari di contratti di docenza nell’ambito di percorsi di istruzione e formazione professionale delle regioni che seguiranno il Percorso abilitante da 60 CFU (ALL.1 del DPCM 4 agosto 2023).
  • Ai sensi del DPCM 4 agosto 2023, articolo 8, comma 1, per coloro che hanno già acquisito la Certificazione unica 24 CFU (DM 616/2017), ai fini del conseguimento dei 60 CFU, sono riconosciuti 24 CFU (DM 616/2017) conseguiti entro il 31 ottobre 2022, fermi restando almeno dieci CFU di tirocinio diretto. E’ pertanto possibile iscriversi al Percorso abilitante da 60 CFU e chiedere il riconoscimento dei 24 CFU.
  • Per ciascuna classe, il livello di sostenibilità è rappresentato dal raggiungimento del numero minimo di dieci iscritti; pertanto, per le classi che non raggiungano tale soglia minima di studenti, non verranno attivati i relativi percorsi.
  • Non verranno attivati i percorsi di completamento riservati ai vincitori di concorso (esclusi dal livello sostenibile).
  • Non verranno attivati i percorsi di cui all’art.13 del DPCM 4 agosto 2023 (percorsi da 30 CFU rivolti a coloro che sono già in possesso di una abilitazione per il conseguimento di ulteriori abilitazioni). 

BANDO PDF

Decreto Scuola 2025: ecco cosa c’è da sapere [SCHEDA]

Nuove modalità di reclutamento del personale docente, riforma degli istituti tecnici, nuovi criteri e modalità di assegnazione della Carta Docente.

Grazie alle rivendicazioni della Uil Scuola, per l’anno scolastico 2025/2026, i docenti vincitori del concorso PNRR privi di abilitazione all’atto della nomina, potranno ottenere la trasformazione del contratto a tempo indeterminato e svolgere l’anno di prova anche ad anno scolastico in corso.
Tuttavia, il Decreto Scuola 2025 lascia diverse questioni aperte: riteniamo che debba essere eliminata la percentuale del 30% a favore di un piano assunzionale che riguardi tutti i docenti risultati idonei, ma che nello stesso tempo si garantisca il diritto di assunzione degli stessi rispettando il punteggio acquisito nelle singole procedure concorsuali e l’ordine cronologico delle stesse. Inoltre è necessario assumere anche da GPS per posto comune e sostegno e trasformare l’organico di fatto in organico di diritto.

Di seguito le novità introdotte dal disegno di legge di conversione del decreto n.45/2025 che dovranno essere approvate dalla Camera entro il prossimo 8 giugno. assunzionale

Riordino degli istituti tecnici
– Nuovi indirizzi e quadri orari per gli istituti tecnici a partire dall’anno scolastico 2026/2027. ​
– Abrogazione delle disposizioni precedenti sugli ordinamenti dell’istruzione tecnica. ​
– Certificazione delle competenze rilasciata dagli istituti tecnici a partire dal 2026/2027.

Sistema di reclutamento dei docenti ​
– Integrazione delle graduatorie con il 30% di idonei per i concorsi banditi a partire dal 2023 (la misura ha validità triennale a decorrere dall’anno della relativa pubblicazione della graduatoria). ​
– Costituzione di un elenco regionale, in vigore dall’a.s. 2026/27, per i vincitori e gli idonei dei concorsi banditi a partire dal 2020.
– Accettazione della sede scolastica entro cinque giorni, con conseguenze per la mancata accettazione, per i docenti assunti, a qualunque titolo, a tempo indeterminato o a tempo determinato finalizzato al ruolo. ​

Assunzioni da concorso PNRR
– Assunzioni per vincitori di concorsi PNRR pubblicati dopo il 31 agosto e entro il 10 dicembre 2025. ​
– Trasformazione del contratto a tempo indeterminato e svolgimento dell’anno di prova per i vincitori privi di abilitazione al momento della nomina, ma che la ottengono entro il 31 dicembre 2025. ​

Dirigenti scolastici
– Incremento di 6 milioni di euro per il Fondo unico nazionale per la retribuzione dei dirigenti nel 2025 e 2026. ​
– Mobilità interregionale con disponibilità del 100% dei posti vacanti per l’anno scolastico 2025/2026. ​

Fondo unico per l’edilizia scolastica
Incremento di 10 milioni di euro per interventi urgenti di messa in sicurezza degli edifici scolastici nel 2025 e 2026. ​

Sviluppo di competenze informatiche ​
Estensione dell’insegnamento del coding per includere competenze informatiche più ampie e applicazioni pratiche. ​

Parità scolastica
Regole per gli esami di idoneità e modalità di svolgimento definiti entro sessanta giorni dalla legge. ​

Welfare studentesco
Aumento dei fondi per il welfare studentesco di 1 milione di euro nel 2025 e 3 milioni negli anni successivi. ​

Carta Docente
Nuovi criteri e modalità di assegnazione della Carta Docente a partire dall’anno scolastico 2025/26, anche per i docenti a tempo determinato al 31/8, fino a un massimo di 500 euro. ​

Incarichi temporanei nelle scuole dell’infanzia paritarie ​
Possibilità di incarichi temporanei per personale non abilitato in caso di difficoltà di reperimento.

Prevenzione delle dipendenze ​
Percorsi di formazione per docenti sulla prevenzione delle dipendenze, con risorse di 1 milione di euro nel 2025.

INVALSI

– Nomina del direttore generale tramite avviso pubblico, con contratto a tempo determinato e durata massima di tre anni. ​

Incarichi post-doc
– Possibilità di contratti post-doc per attività di ricerca, con durata minima annuale e massima di tre anni. ​

Promozione della internazionalizzazione degli ITS Academy
– Riconoscimento dei titoli di studio esteri per l’accesso agli ITS Academy e agli studi universitari.

SCHEDA IN PDF

Consultazioni elettorali, scuole con seggio: permessi riposi e utilizzo del personale, cosa c’è da sapere

In vista delle Elezioni amministrative, del Referendum e dei Ballottaggi, le attività didattiche nelle scuole che fungono da sedi di seggio possono essere sospese a causa della chiusura totale o parziale dei locali, temporaneamente utilizzati dall’amministrazione comunale, che è tenuta a restituirli così come le sono stati consegnati.

Nella nostra scheda esaminiamo le situazioni in cui i docenti e il personale ATA sono esonerati dall’attività lavorativa; i diritti previsti per esercitare il diritto di voto e per svolgere il ruolo di scrutatori, segretari o presidenti di seggio, rappresentanti di una lista o membri dei Comitati promotori in caso di referendum.

SCHEDA IN PDF

ATA 24 MESI, ONLINE LA PIATTAFORMA UIL SCUOLA RUA

Una banca dati sempre aggiornata con guide, normative e materiali utili. Clicca qui per visualizzare la piattaforma https://uilscuolanazionale.wixsite.com/24ata

*Fino alle ore 14.00 del 19 maggio 2025 è possibile presentare domanda ai fini dell’inserimento/aggiornamento nella graduatoria ATA 24 mesi* per i seguenti profili: collaboratori scolastici, assistenti amministrativi, assistenti tecnici, operatori delle aziende agrarie, guardarobieri, infermieri e cuochi.

I candidati, per poter accedere al servizio “Istanze on line (POLIS)”, devono essere in possesso delle credenziali SPID.

*Unicamente per i nuovi inserimenti e per tutti i profili professionali (ad esclusione del collaboratore scolastico) il possesso della CIAD è requisito di ammissione per l’accesso ai profili professionali ATA*, come previsto dall’allegato A al nuovo CCNL 2024 del Comparto Istruzione e Ricerca 2019/2021, sottoscritto in data 18 gennaio 2024.

Con l’occasione abbiamo aggiornato la piattaforma dedicata suddivisa in aree tematiche ed organizzata come una banca dati, in continuo aggiornamento, a disposizione del personale ATA e addetti ai lavori.

*All’interno sono presenti molti materiali, tra questi*:

– Guida alla compilazione (SCHEDA TECNICA)

– Ordinanza ministeriale 21 del 21 febbraio 2009

– Nota 87838 del 10 aprile 2025

– Nota 8151 del 13 marzo 2015 – Indizione concorsi per titoli accesso ai ruoli provinciali Area A e B personale ATA a.s. 2014-2015. 2014-2015

– Nota 24681 del 14 agosto 2020 – Concorsi per titoli accesso ruoli provinciali personale ATA / CCNL SCUOLA.

Nuove Indicazioni nazionali 2025, il nostro approfondimento

Analisi e considerazioni sulle nuove Indicazioni nazionali 2025 per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione

In premessa riteniamo non eludibile la necessità di maggiore tempo per meglio capire, riflettere ed analizzare la portata delle Indicazioni nazionali 2025. Un’esigenza che, a nostro avviso, riguarda anche le scuole chiamate ad esprimere un questionario di gradimento in un lasso di tempo troppo breve (la ridotta proroga non rappresenta una soluzione). Siamo in presenza di un testo che richiede una necessaria approfondita analisi sulle ripercussioni nei processi educativi, nella didattica e anche sugli aspetti di cultura generale che rappresentano il presupposto a tutto il documento.

Riteniamo, inoltre, che sarebbe stato necessario un coinvolgimento capillare degli attori della scuola da cui ricavare suggerimenti e pratiche che hanno rappresentato successi formativi da cui trarre indicazioni.

Negli anni si sono evidenziate molteplici interventi nel mondo della scuola che hanno spinto ogni governo e relativo Ministro dell’Istruzione a caratterizzare la loro azione introducendo, ognuno, pezzi di riforma scolastica a volte in contraddizione con quelle precedenti o, addirittura, stravolgendo quanto fatto dai precedenti governi e ministri competenti.

Attualmente non abbiamo assistito ad un “patto”, come avvenuto nel 2012, sul quale far convergere maggioranza e opposizione che insieme agli studiosi e specialisti della pedagogia e dei sistemi scolastici, agli insegnati e ai Dirigenti scolastici fossero in grado di costruire quanto necessario per elaborare le indicazioni nazionali.

Riteniamo, infatti, che le indicazioni nazionali del 2012 rappresentano un lavoro serio che, come è ragionevole, necessita di aggiornamenti e integrazioni che avrebbero dovuto concentrarsi in particolare sulle nuove sfide determinate dal digitale, dall’intelligenza artificiale, dai nuovi modi di comunicare e interagire. Alcuni di questi temi li troviamo nelle linee guida in applicazione della legge sull’educazione civica del 20 agosto 2019, n. 92 che, a nostro avviso, avrebbero potuto raffigurare una buona base di partenza. Una particolare attenzione avrebbe dovuto essere posta all’educazione finanziaria che riteniamo essere un terreno su cui scontiamo un importante ritardo nel contesto dei processi educativi europei.

Quelli su esposti avrebbero dovuto rappresentare le questioni su cui procedere verso un costruttivo aggiornamento delle indicazioni nazionali e soprattutto sarebbe stato necessario che tutti gli attori in campo, a cominciare dal Governo, dal Ministro e dal Parlamento, si apprestassero in modo serio e risolutivo ad affrontare il gravissimo problema strutturale della scuola italiana: il numero inaccettabile di docenti precari (oltre 230.000) che incidono negativamente su uno degli aspetti fondamentali di qualsiasi azione educativa (financo per l’applicazione delle indicazioni nazionali) ovvero la continuità didattica.

Nelle Indicazioni ci si concentra molto sugli ambienti di apprendimento fisici sebbene, a causa dei forti tagli delle risorse finanziarie destinate agli enti locali, non si riesce troppe volte a garantire una manutenzione ordinaria degli edifici e molti di essi sono sprovvisti di palestre; inoltre, con la diminuzione dei posti in organico si procederà inevitabilmente verso la progressiva diminuzione del numero delle classi autorizzate con conseguente innalzamento in esse del numero degli alunni che non troveranno risposte adeguate ai loro bisogni formativi.

Di fronte al tema della denatalità, che rappresenta per la nostra società un dramma in sé, abbiamo l’occasione di trasformarla in un’opportunità: fare una scelta “rivoluzionaria” ovvero la riduzione del numero di alunni per classe, tema non eludibile che si intreccia con la reale efficacia dei processi educativi che le stesse indicazioni nazionali si propongono. Muoversi verso l’obiettivo di 18 alunni per classe dovrebbe essere la meta a cui tutti puntare. Dovremmo tutti impegnarci per far nascere e rendere effettiva una forte volontà politica in tal senso.

A fronte di queste preoccupanti condizioni della scuola questa fretta a definire ex novo le indicazioni nazionali ci appare un tentativo di partire dalla coda invece che dalla testa quest’ultima rappresentata da una condizione oggettiva per cui un docente su 4 è precario, limitazione concreta che rischia di vanificare ogni buon proposito.

È innegabile che dalla lettura complessiva delle premesse culturali si avverte un’impostazione di tipo paternalistico. Il richiamo alla coercizione verso gli alunni sottende ad un’idea che ci sono forze nemiche per cui bisogna difendersi. Dalla lettura delle premesse culturali si avverte un senso di paura per cui occorrono contromisure. Tutto sembra essere un rischio: il digitale, le famiglie che non danno un aiuto alla scuola in termini educativi. Un’impostazione di tal genere, inoltre, non consente un approccio serio, analitico e meditato alla nuova sfida che pone l’intelligenza artificiale.

Nella “Premessa culturale generale delle Nuove Indicazioni” emerge subito la nozione di “persona” ancorata alla cultura occidentale. La “persona”, di cui si richiama la radice greca e latina di volto, “è una realtà che si costituisce attraverso la possibilità di dire io” (pag. 8). Pur essendo relazione, l’individuo deve essere sempre preminente rispetto al suo essere parte di una comunità. Il “volto” vuole forse richiamare l’appartenenza ad una razza, che nella sua storia ha saputo affermare il principio della libertà, e dunque il riferimento alla cultura occidentale nata “fra Atene, Roma e Gerusalemme”? Sono dunque queste le basi antropologiche per lo sviluppo del senso morale e della comprensione del principio di autorità? Su questo è forse necessario un maggiore approfondimento, per salvaguardare le conquiste in chiave “interculturale” fatte dalla scuola italiano in questi decenni.

Fatte tali premesse non ci esimiamo dall’entrare nel merito di alcuni temi contenuti nelle indicazioni nazionali proposteci:

Persona, scuola e famiglia sono punti di riferimento importanti anche se, come detto, rileviamo una retorica paternalistica, ad esempio, nei confronti delle stesse famiglie: “Va spiegato a bambini e preadolescenti, anzitutto da parte dei genitori, che la nostra Repubblica ha posto la scuola al centro del suo progetto di Paese e che la scuola è un bene sociale comune di inestimabile rilevanza, da tutelare e valorizzare, a cominciare dalle parole usate per parlarne”. A ciò si aggiunge una enfatizzazione relativa agli atti di vandalismo e sulle offese agli insegnanti che implicherebbero riflessioni molto più approfondite e non un’impostazione rivolta prevalentemente ad un’idea generica di rispetto “maxima debetur magistro reverentia”. L’attenzione andrebbe rivolta prevalentemente alla mancanza di ambienti adeguati, mancanza di palestre di aule con strumenti musicali. Ci troviamo di fronte in molti casi in strutture scolastiche dove manca l’agibilità e dove il rispetto per le persone e le cose dovrebbe avere come presupposto “la bellezza” dell’istituzione scolastica.

Si avverte anche la sensazione di volgere verso un ruolo marginale del docente rispetto al processo di apprendimento in sé, quasi che il suo ruolo fosse decisivo solo in relazione al comportamento dell’alunno; viene compresso il diritto alla libertà di insegnamento (art. 33 Costituzione) nel momento in cui si leggono i suggerimenti rispetto ai testi da utilizzare nelle discipline letterarie o i suggerimenti sullo stile di insegnamento da adottare. Un investimento nell’ambiente fisico di apprendimento, senza un investimento prevalente sul capitale umano e professionale, crea una frattura con i contenuti e le competenze da acquisire. Tale accento sugli ambienti di apprendimento sembra finalizzato al tentativo di coniugare strumenti e pratiche didattiche del passato con le nuove tecnologie, ossia “la carta e la penna e la lettura ad alta voce e la convivenza armoniosa di assistenti virtuali”.

Il ruolo di insegnante quale “maestro” è condivisibile, ma riteniamo che nella scuola primaria sarebbe necessario il ripristino di una pluralità di “maestri” attraverso una rinnovata applicazione di un insegnamento modulare e il superamento dell’anacronistico concetto di maestro unico.

Il riferimento al valore della persona che è il soggetto assoluto in una comunità, oltre a richiamare “l’azione della scuola nel promuovere l’identità personale, culturale, relazionale e partecipativa della persona umana” avrebbe dovuto, a nostro avviso, essere completata con la sottolineatura “nel rispetto della diversità di genere, di sesso e di religione”.

Anche sul tema dell’inclusione, prevale la scelta di privilegiare gli ambienti fisici, mettendo in secondo piano i processi culturali come cambiamento. Il riferimento a Comenius, secondo il quale, tutto può essere insegnato a tutti, implicitamente non rispetta le difficoltà e i bisogni educativi di ognuno o di qualcuno. Non compare la figura del docente specializzato, il che porta a pensare che si voglia raggiungere l’obiettivo di un docente unico, che sia curriculare- specializzato allo stesso tempo, a discapito del rapporto 1/1 o 1/2, per favorire gli ausili virtuali in grado di semplificare la personalizzazione degli apprendimenti. Si demolisce, di fatto, la figura del docente specializzato (attualmente docente della classe è bene sottolinearlo) come intermediario dell’inclusione, facilitatore degli apprendimenti e co- protagonista di una relazione affettiva e di fiducia con gli alunni più deboli e le loro famiglie. Sembra quasi che l’inclusione diventi un processo naturale di buone prassi.

Riguardo a scuola e nuovo umanesimo condividiamo, oltre il richiamo importante all’art.3 della nostra Costituzione, l’impostazione, in controtendenza rispetto ad una retorica eccessiva sulle competenze, per cui le competenze assumono un rilievo subordinato laddove si precisa “l’acquisizione delle conoscenze e delle abilità fondamentali per sviluppare le competenze culturali di base nella prospettiva dello sviluppo integrale della persona e dei suoi talenti”. Al contempo rileviamo alcune impostazioni contraddittorie che lasciano spazio a confusione tra i termini “competenze” e “abilità”.

In riferimento alle “guerre terribili” della prima metà del ‘900, proprio perché in premessa al paragrafo Libertà, cura di sé ed etica del rispetto in cui si vuole evidenziare la cultura della libertà che è il valore più caratteristico dell’Occidente, sarebbe stato necessario fare riferimento a chi ha garantito quelle libertà attraverso un sacrificio di milioni di donne e uomini che si sono opposti ai fascismi e in seguito ad ogni forma di totalitarismo come quello sovietico. Altrimenti quelle guerre totali assumono un carattere neutro (altro tema che affronteremo) in cui tutti sono responsabili e nessuno lo è.

Condivisibile in pieno, lapalissiano diremmo, il richiamo a “sviluppare la capacità di pensare in modo critico e autonomo, di riconoscere i diritti e i doveri propri e altrui e di comprendere l’importanza della giustizia e dell’equità nella società”.

Ci appare oscuro la ratio del riferimento alla “comprensione del principio di autorità” in quanto rappresenti una conquista dell’uomo libero. A nostro avviso l’uomo libero è colui che sa mettere in discussione con le proprie capacità critiche anche quel principio che è poi l’ossatura su cui si è costruita la “libertà” dell’Occidente.

Lo studio della Bibbia può essere considerato pertinente nel momento in cui è teso alla delineazione del rapporto tra la scuola di oggi e il nuovo umanesimo:

“La libertà è il valore caratteristico più importante dell’Occidente e della sua civiltà sin dalla sua nascita, avvenuta fra Atene, Roma e Gerusalemme. Ed è il cuore pulsante della nostra democrazia” (Libertà, cura di sé ed etica del rispetto, p. 10 II cpv);

Rileviamo però che per la prima e la seconda classe della scuola primaria lo studio delle radici della cultura occidentale attraverso alcune letture/narrazioni come la Bibbia o l’Odissea, mediante lo studio della differenza tra monarchia e repubblica, i concetti del Risorgimento e lo studio dell’inno di Mameli, rappresentano contenuti culturali, che seppur semplificati, risultano essere complessi per l’età evolutiva del discente, che deve ancora consolidare gli aspetti dell’asse temporale.

Al riguardo, non avendo alcun preconcetto sullo studio della Bibbia, è estremamente necessario che tale studio non risulti:

  • Una forzatura culturale in un ambiente scolastico pubblico e pluralista;
  • Una sovrapposizione con l’insegnamento della religione cattolica, che già affronta questi temi con strumenti pedagogici e didattici adeguati.
  • Una scelta sbilanciata dal punto di vista ideologico, nel quadro di un impianto antropologico dichiaratamente cristiano delle Nuove Indicazioni 2025.

I fondamenti teorici delineati nelle nuove Indicazioni sembrano orientare la concezione dell’educazione verso un impianto antropologico di matrice cristiana, che si distingue per una visione integrale della persona. Tale scelta, pur riconoscibile all’interno della tradizione culturale italiana, potrebbe essere interpretata come un tentativo di riequilibrio rispetto a impostazioni pedagogiche di ispirazione laica e progressista che hanno avuto ampia diffusione nel dibattito educativo degli ultimi decenni e che riteniamo avere prodotto buoni risultati educativi.